Da che l’uomo ha messo piede sulla terra si è costantemente interrogato sulla realtà che lo circonda. Il limite umano è anche la sua grande forza: l’immaginazione e il pensiero. Costretto a vivere di esperienze finite, legate ai cinque sensi, da sempre si domanda se ciò che vede è l’unica realtà o solo una delle tante possibili e se la propria esperienza possa considerarsi affidabile o ingannevole.
A tal proposito il pensiero di Kant può aiutarci a chiarire tale concetto. Nella sua celebre opera ‘La critica della ragion pura’ distingue la realtà in una duplice dimensione: quella del fenomeno e quella del noumeno. Possiamo definire il mondo fenomenico come ciò che percepiamo attraverso i nostri sensi e il mondo noumenico come la realtà in sé. Se noi dovessimo pensare a qualcosa di semplice ed immediato come un albero possiamo descriverne le qualità: alla vista ci può apparire verde, con un tronco ruvido al tatto, possiamo udire lo scrosciare del vento che scorre tra i suoi rami. Un cane ha una visione diversa dalla nostra, i colori ne risultano falsati. Probabilmente altre specie animali, essendo in grado di udire frequenze diverse, sentiranno un rumore differente. Dunque, questo albero com’è davvero? Come lo percepiamo noi? Oppure la nostra percezione è qualcosa di soggettivo? Kant non dà una risposta, si limita a distinguere il fenomeno, l’albero che noi vediamo e sentiamo, e il noumeno, l’albero in sé.
Il concetto di soggettività della realtà è un tema trattato largamente nel corso della cultura umana, da Nietzsche a Focault.
È interessante citare il pensiero del filosofo e logico tedesco Gottfried Leibniz. Già nel diciassettesimo secolo sviluppò una teoria metafisica nota con il nome di monadologia. Il principio di ogni cosa della realtà era per Leibniz la monade, entità indivisibile con percezione unica del mondo. Ogni oggetto e ogni essere presente nell’universo è costituito da monadi, qualitativamente diverse, e con una differente percezione rispetto a quella di ogni altra monade. Pur essendo differenti, tutte le monadi sono armonizzate tra loro dall’agire di Dio, che ha creato il mondo migliore possibile. La pluralità di queste entità elementari fa approdare la teoria di Leibniz alla conclusione che il nostro universo è solo uno dei mondi possibili che Dio potrebbe aver creato. La nostra realtà non è l’unica possibile, ma ne esistono molte altre, ognuna delle quali rappresenta un mondo completo e unico.
Come potremmo oggi declinare questa intuizione alla nostra percezione della realtà? Un argomento che ha sempre affascinato: la possibilità di superare i limiti umani e conoscere qualcosa che sia al di là dei nostri confini di conoscenza. Due vie potrebbero essere quelle del multiverso e del metaverso.
Cos’è il Multiverso?
Multiverso. È ormai sulla bocca di tutti.
Secondo la fisica teorica il multiverso implica l’esistenza di universi paralleli, che esistono e coesistono al di là del nostro spaziotempo. Come riportato dal National Geographic, secondo il giornalista scientifico Tom Siegfried: “L’esistenza di un solo universo non basta a spiegare tutte le caratteristiche di quello in cui viviamo” e prosegue sottolineando come le nostre teorie fisiche siano insufficienti per dare una risposta ad alcuni quesiti fondamentali come, ad esempio, perché nel nostro universo ci sia abbastanza tempo per creare stelle e pianeti. Può essere che la causa di ciò sia effettivamente l’inadeguatezza delle nostre teorie oppure il fatto che noi viviamo solo in uno dei mondi possibili.
Le nostre conoscenze riguardo al multiverso però sono limitate e poco concrete: alcune caratteristiche a noi osservabili possono indurre gli scienziati a pensare che dopo il Big Bang l’universo si sia espanso, forse anche a ripetizione nel tempo. Non si hanno al momento prove concrete ed inconfutabili che possano validare le teorie dell’esistenza del multiverso, non siamo nemmeno a conoscenza di dove queste dimensioni parallele alla nostra si trovino e nemmeno se sia possibile spostarsi e viaggiare dall’una all’altra.
Sembra una teoria quasi fantascientifica, una pellicola cinematografica alla stregua di Interstellar, ma è una intuizione che è confermata da una buona fetta della comunità scientifica.
Cos’è il Metaverso?
Il Metaverso è qualcosa di completamente diverso ma che poggia sullo stesso concetto di coesistenza tra diversi mondi possibili, solo che in questo caso i mondi in gioco sono mondi reali e virtuali. Il Metaverso è un concetto esistente da tempo ma solo recentemente è tornato alla ribalta dopo l’annuncio di Facebook che prevede la creazione del progetto Meta. Potremmo definire il Metaverso come un ambiente virtuale tridimensionale in cui gli utenti possono interagire tra loro e con oggetti digitali generati a computer. Il progetto Meta si è posto l’obiettivo di creare una realtà di questo tipo: una piattaforma in grado di offrire un’esperienza virtuale più avanzata e realistica rispetto ai mondi virtuali attualmente disponibili.
Le possibilità che si aprirebbero con l’avvento del Metaverso sarebbero davvero infinite, indossando semplicemente dei visori 3d per vivere delle esperienze di realtà aumentata. Nel Metaverso si potranno creare degli avatar realistici ed incontrare altri utenti. Ci si potrà spostare fisicamente senza spostarsi davvero, partecipare a conferenze, concerti, spettacoli e viaggiare. Sarà possibile implementare il programma didattico nelle scuole con progetti all’interno della realtà aumentata: si potrà studiare la scienza e la tecnologia da più vicino, o viaggiare nel tempo. Sarà un’opportunità anche dal punto di vista commerciale, il Metaverso potrebbe svoltare il mondo dell’e-commerce, offrendo esperienze d’acquisto sempre più immersive.
Ma quanto di tutto ciò è concreto e realizzabile? Vediamo insieme alcune delle piattaforme più utilizzate al momento:
Decentraland; nato nel febbraio 2020, è costruito sulla blockchain di Ethereum e permette attraverso la realtà aumentata di poter vivere una vita parallela che include la socializzazione con altri utenti e l’investimento economico, dato che la piattaforma ha una sua criptovaluta chiamata MANA, che ha un valore nella compravendita immobiliare all’interno di Decentraland.
The Sandbox, ha esordito insieme a Decentraland e conta 1 milione di utenti al mese. Il mondo creato lascia parecchia libertà agli utenti di poter interagire e creare il proprio mondo, avendo sempre la possibilità di comprare e vendere terreni e immobili grazie ad una specifica criptovaluta, chiamata SAND.
Criptovoxes e Spatial, sviluppato sulla blockchain di Ethereum, è un Metaverso in cui gli utenti possono acquistare e vendere terreni e costruirci sopra attività commerciali. La cosa interessante di questa versione è che è possibile costruire anche gallerie d’arte, che lasciano spazio alle opere di artisti di spicco NFT.