Come mai voi bianchi avete tutto questo cargo e lo portate qui in Nuova Guinea, mentre noi neri ne abbiamo così poco?
Questo è l’input del discusso libro di Jared Diamond “Armi, acciaio e malattie” che gli è valso il Premio Pulitzer nel 1998. La domanda romanzata è posta da un politico locale, che l’autore incontra in un viaggio in Nuova Guinea. Per cargo si intendono i beni materiali, che sembrano tanto abbondare per un popolo quanto scarseggiare per l’altro. Al di là del fatto che la domanda è stata di controversa interpretazione e spesso criticata perché sottolinea la supremazia, come fosse un merito, della razza bianca sulle altre, pone però l’attenzione su una questione spinosa, e cioè perché lo sviluppo sulla terra è stato così eterogeneo.
L’avvento dell’agricoltura come spartiacque
L’autore pone l’attenzione su un periodo particolare, ovvero l’11.000 a.C., data successiva alla glaciazione. Prima di questa data tutti i popoli godevano del medesimo grado di sviluppo, erano cioè tutti essenzialmente cacciatori e raccoglitori, da questo periodo in poi le strade si sono diversificate. Si è avuta per alcuni popoli quella che forse è stata la rivoluzione determinante, segnata dal passaggio all’agricoltura.
L’ambiente in cui si vive è fondamentale per lo sviluppo dell’agricoltura, e con essa dell’allevamento, e spiega anche perché nella storia dell’uomo abbia tardato così tanto a giungere. Anzitutto le piante in natura sono centinaia di migliaia, ma pochissime possono sostenere una popolazione, più precisamente solo cinque, i cereali fondamentali: riso, mais, grano, orzo e sorgo. Lo stesso vale per gli animali: nonostante le numerose specie animali che popolano la terra, solo 14 sono state addomesticate dall’uomo. La capacità non sta tanto nell’uomo ma nelle caratteristiche di queste specie animali, abbastanza docili per essere allevate, in grado di riprodursi in cattività e non carnivore.
Il motivo per cui agricoltura e allevamento non si sono sviluppati in alcune zone è legato alle caratteristiche del territorio e non alle abilità delle popolazioni locali. In Africa, nelle zone desertiche è impossibile coltivare come è impossibile addomesticare zebre, leoni e ghepardi.
Il ruolo della posizione geografica nello sviluppo
Sicuramente la geografia, elemento fondamentale per Diamond, ha giocato un ruolo decisivo, alcune popolazioni hanno potuto infatti sfruttare il clima e il terreno favorevoli per stabilirsi in un luogo preciso, coltivare a sufficienza per sopravvivere e per iniziare a costruire una potenza militare.
Un esempio lampante di ciò è riportato nel libro in esame: lo scontro citato è quello tra maori e mariori. I secondi, abitanti delle isole Chatman, vennero brutalmente invasi dai primi, abitanti della Nuova Zelanda. Le due popolazioni provenivano dallo stesso ceppo poi separatosi, i maori si erano stabiliti dove il terreno e il clima erano favorevoli per l’agricoltura, i mariori invece vivevano in un territorio più freddo ed aspro, che non permetteva le coltivazioni floride dei maori, e quindi erano rimasti cacciatori e raccoglitori. Le risorse derivate dall’agricoltura hanno permesso ai maori di organizzarsi anche militarmente e di crescere come popolazione, e questo fu ciò che fece la differenza nello scontro, che terminò con una decisiva e crudele vittoria dei maori sui mariori. In questo caso le armi e le ricchezze avevano avuto la meglio. Diamond porta un ulteriore esempio, quello della sconfitta degli inca per opera degli spagnoli, evento che ha avuto come fattore decisivo una malattia, ovvero il vaiolo che aveva piegato il Sudamerica e indebolito gli inca. Inoltre, la superiorità bellica e tecnologica spagnola aveva reso la vittoria quasi inevitabile.
La diffusione dello sviluppo è interessata essenzialmente dalla posizione geografica. La Mezzaluna Fertile fu epicentro di sviluppo agricolo e conseguente sviluppo culturale e tecnologico, le popolazioni che si trovavano sull’asse est-ovest furono raggiunte molto più facilmente dai vicini perché il clima era simile. Sull’asse nord-sud la diffusione è più complicata per via delle differenze sostanziali di ambienti.
Perchè proprio l’Europa?
Ma veniamo al succo della questione, per quale motivo lo sviluppo tecnologico ebbe come epicentro l’Europa e non la Cina o i paesi islamici?
Per quanto riguarda i paesi islamici ebbero il vantaggio di sorgere nella Mezzaluna Fertile, dalla ricca flora e fauna. In quel bacino si sviluppò la scrittura, fu inventata la ruota e nacquero le prime civiltà organizzate, nonché i primi stati, ma gli abitanti non furono in grado di mantenere a lungo questo primato. Con il disboscamento progressivo e infine totale della zona si eliminarono da soli come centro di sviluppo e innovazione.
Riguardo alla Cina, fu una potenza mondiale fino al ‘400, ma il suo errore fu la centralizzazione del potere. Quello cinese fu un vero e proprio impero, le decisioni prese erano uniche e ciò non favorì la scoperta di nuovi territori come le Americhe, perché il governo cinese decise di chiudersi. L’Europa al contrario era frammentata in molti stati e fu così più semplice che almeno uno stato, quello spagnolo, finanziasse le spedizioni.