Cosa si intende per Overshoot Day?
Overshoot Day: ormai è sulla bocca di tutti. Il pianeta Terra porta personalmente il conto da pagare per tutte le risorse usate e sfruttate dall’uomo. L’Overshoot Day è il giorno, calcolato secondo differenti parametri dal Global Footprint Network, in cui l’umanità esaurisce le risorse che il pianeta impiega per rigenerare nell’anno in corso. Il calcolo è fatto in termini globali, ma anche singolarmente per ogni Stato del nostro pianeta. Il primo Overshoot Day ad essere scattato è quello del Quatar, già avvenuto a febbraio, mentre l’ultimo per il 2023 sarà la Jamaica, a dicembre.
Qual è la situazione in Italia?
L’Italia come si posiziona in questo andamento? La brutta notizia è che il tempo per il nostro paese è già terminato, più precisamente è scaduto lo scorso 15 maggio. Il che significa che l’Italia, per lo meno per non essere in debito con il pianeta, avrebbe dovuto consumare un quantitativo di risorse da gennaio a dicembre 2023, ma le ha esaurite a maggio. I prossimi mesi fino al termine dell’anno corrente saranno mesi in cui il debito continuerà a crescere.
L’Italia si posiziona comunque mediamente rispetto ad altri paesi europei. Nei mesi di marzo, aprile e maggio il tempo è scaduto per Belgio, Danimarca, Austria, Germania, Francia, Portogallo e Spagna, per citarne alcuni. Seguono l’Italia di pochi giorni Regno Unito, Grecia e Croazia. I paesi collocati nel sud del mondo saranno gli ultimi della lista, il che è legato ad un minor utilizzo di risorse naturali ed energetiche.
Quali sono le cause?
Si parla e si discute di risorse utilizzate dall’Italia, ma nello specifico quali sono e a quali fenomeni e comportamenti è legato il loro utilizzo? Da un punto di vista settoriale, sicuramente il comparto alimentare che per il 31% è responsabile per l’impronta ecologica del Paese. Segue il comparto degli spostamenti, con una percentuale del 25%.
Gli spostamenti nello specifico, oltre ad un consumo eccessivo di risorse incidono in maniera preponderante anche sull’inquinamento. Difficile è una vera e propria transizione ecologica che possa sposare gli interessi di chi vende automobili e dei consumatori, che spesso si trovano a dover scegliere tra un’auto ecologica o un’auto economica. L’Italia non è inoltre abbastanza all’avanguardia per quanto riguarda trasporti e infrastrutture che permettano a chi si sposta di poterlo fare con opzioni diverse rispetto all’auto. Treni, tramvie, bus e pullman sono presenti ma ancora non coprono l’intero territorio nazionale e tutti gli orari della giornata. Ciclabili e zone pedonali sono spesso frammentate, il che risulta poco sicuro scegliere questa opzione per gli spostamenti.
C’è da dire che l’Italia è responsabile da sola del 3% del consumo eccessivo di risorse a livello globale. Il suo debito ecologico ammonta a 31,5 milioni di tonnellate di risorse in eccesso, il che rappresenta che, nonostante le dimensioni ridotte rispetto ad altri Stati collocati nel mondo, il nostro paese è all’ottavo posto nella classifica mondiale.
Questi numeri fanno riferimento sia per le risorse direttamente sfruttate dal suolo italiano, sia per le risorse che non vengono prelevate direttamente dal nostro territorio. La penisola italiana, è risaputo, è povera di materie prime come il petrolio, ed è costretta ad acquistarlo altrove.
Il grande mondo delle risorse direttamente prelevate dal suolo italiano non mancano. Le azioni comprendono disboscamento, edilizia fuori controllo, mancato rinnovo dei veicoli pubblici e privati. È stato individuato che ogni anno spariscono quasi 36.000 ettari di foresta, soltanto per coprire il fabbisogno degli italiani.
Il comportamento poco responsabile, tendenza comunque mondiale, non incide positivamente nemmeno sul clima. Un primo aspetto da evidenziare è legato alla siccità. È stato segnalato che la Lombardia ha registrato una percentuale in negativo del -58,4% sulla disponibilità di risorse idriche, addirittura del -12,55% rispetto allo scorso anno.
Un ulteriore problema è legato a fenomeni metereologici estremi, legati come ondate di calore, gelate, inondazioni e forti acquazzoni. È bene sottolineare che tutti questi fenomeni sono capitati nel corso della storia e probabilmente si presenterebbero, anche in assenza di uno sfruttamento tale del pianeta, ma sicuramente non con la frequenza e nelle modalità che osserviamo ultimamente.
Le risorse di cui si parla
Parlare di risorse in generale è un po’ vago. Concentriamoci sulle risorse naturali, che comprendono
– risorse idriche: il prelievo deriva soprattutto da acque sotterranee, da pozzo o di sorgenti, e soltanto in minima parte da acque superficiali, provenienti da bacini artificiali in primis e in maniera esigua da laghi naturali
– risorse minerarie: l’Italia, come abbiamo già detto, è povera di risorse minerarie, ma non ne è priva. Citiamo miniere di ferro, presenti sull’Isola d’Elba e nella zona estrattiva di Cogne, in Valle D’Aosta. La Sicilia presenta miniere di zolfo, la Sardegna di piombo e zinco, per citarne alcuni
– risorse energetiche: la produzione nel nostro Paese prevedono energia idroelettrica in maniera preponderante, seguita da energia solare, bioenergie ed eolica
– risorse biologiche: con questo termine intendiamo risorse che comprendono specie vegetali e animali utili all’uomo, comprendono azioni di agricoltura, allevamento e pesca e in via di principio dovrebbero essere tutte rinnovabili. Sulla velocità con cui i consumi legati a questo aspetto, il tema è ricorrente del problema esposto con l’Overshoot Day. Nonostante l’idea sia quella di poter potenzialmente accrescere la produzione del settore primario all’infinito, ciò non è vero. L’agricoltura intensiva provoca un impoverimento dei suoli e l’allevamento intensivo, oltre a non essere etico per gli animali, è una fonte di inquinamento.
– risorse rinnovabili: tra queste citiamo come risorse di spicco per il nostro Paese l’idroelettrico, l’istallazione di pannelli fotovoltaici, le bioenergie, l’eolico e il geotermico.
Non dobbiamo dimenticare che lo sfruttamento delle risorse fanno riferimento anche allo spazio occupato dalle infrastrutture: case, strade, edifici ed industrie. Spazio tolto a terreni sui quali potrebbero altrimenti rigenerarsi naturalmente flora e fauna.
Un ultimo appunto riguarda le emissioni di CO₂ che, anche in questo caso, sono in quantità maggiore rispetto alla capacità che il pianeta ha di assorbirla.