COLLOQUI DI LAVORO AL BUIO PERCHÈ IN ITALIA ANCORA ESISTE IL FENOMENO DELLO STIPENDIO FANTASMA?3 Minuti di Lettura

Scritto da Elisa Poletti

Laureata in Filosofia

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A quanti di noi è capitato di sfogliare una serie infinita di annunci di lavoro, in cui erano presenti tutte le informazioni possibili e immaginabili, tranne la retribuzione? E quante altre volte ci è capitato di trovarci bloccati, per imbarazzo o soggezione, ad un colloquio nel dubbio se chiedere o meno lo stipendio?
Molto spesso, anzi troppo spesso questa informazione viene omessa. Alcune aziende organizzano addirittura una serie di colloqui conoscitivi con i possibili candidati, e può capitare che dopo due o tre colloqui ancora non ci sia stato comunicato l’ammontare dello stipendio, eppure è un’informazione fondamentale per prendere una decisione.

Immagine tratta da opsonline.it

I vantaggi dell’azienda

Ma facciamo un passo indietro: l’azienda solitamente ha in mente un budget di riferimento per una nuova assunzione. Lo stipendio effettivo è qualcosa di soggettivo, che dipende dal grado di esperienza della persona assunta, dalle sue competenze e da quanto guadagno può portare all’azienda. Se questo da un lato è vero e comprensibile, dall’altro comunicare il range di stipendio, quantomeno ad un colloquio di lavoro, potrebbe essere corretto. Corretto in termini di tempo ed energie impiegate da un possibile candidato, che mette a disposizione le proprie competenze non certo per il popolo.
La start up Osservatorio Jobiri ha pubblicato in merito al problema delle retribuzioni fantasma uno studio particolarmente interessante, da cui è emerso che solo l’1,5% degli annunci di lavoro online nel 2021 presentava informazioni riguardo allo stipendio. Il campione analizzato è ampio, perché si parla di oltre un milione di annunci di lavoro online analizzati su quasi mille città italiane. Lo studio presenta poi una serie di cause legate a tale fenomeno.
Anzitutto il vantaggio da parte delle aziende deriva dal fatto che meno il candidato sa riguardo al suo futuro stipendio, più semplice è per l’azienda stringere il giogo contrattuale su di esso. Un’azienda tenterà sempre di risparmiare denaro, cercando di assumere la persona più qualificata, ma senza che questo impatti troppo sul budget a disposizione per i dipendenti. Pubblicare un range retributivo potrebbe di fatto eliminare in partenza alcuni candidati, che sapendo dello stipendio forse troppo basso non accetterebbero nemmeno un colloquio. Infine, pubblicare informazioni sulla retribuzione potrebbe essere una mossa sbagliata a livello di concorrenza, perché svelerebbe dettagli sui salari e sul trattamento dei dipendenti ad altre aziende competitors.

Un vero e proprio tabù: la mancanza di incremento salariale

Se da un lato i vantaggi di un’azienda nei confronti del fenomeno delle retribuzioni fantasma sono chiare, dall’altro il rovescio della medaglia è un potenziale lavoratore frustrato e sconfortato dalla situazione. Ancora si parla di trattative salariali, come se le abilità di una persona stessero nel suo potere contrattuale in fase di assunzione e non nel valore e nelle competenze che effettivamente possono portare vantaggio all’azienda. Spesso le aspettative di un candidato non trovano riscontro nella realtà e questo è un altro motivo per cui lo stipendio è ancora un tabù.

Lungi dal voler fare qualunquismo del tipo “Perché siamo in Italia, negli altri Paesi la situazione è migliore…” Non per forza negli altri Paesi europei il mondo del lavoro è tutto rose e fiori, sicuramente l’Italia però presenta un grande deficit a riguardo. Dal sondaggio Ocse che analizza l’aumento salariale in proporzione di tutti i Paesi europei dal 1990 al 2020, è emerso che tutti i Paesi europei hanno visto un incremento salariale in percentuale più o meno marcata (dal dato più positivo della Lituania + 276,30% a quello meno impattante della Spagna + 6,20%). Tutti i Paesi, tranne l’Italia, che ha visto un abbassamento della percentuale quasi del 3%
Non può essere una coincidenza che il fenomeno degli stipendi fantasma sia così presente in un Paese dove i livelli salariali sono così minimi. Il problema è culturale perché ancora troppo si reitera la manfrina del datore di lavoro a cui rivolgersi con reverenziale rigore. Ma il problema riguarda anche e soprattutto la retribuzione spesso inadeguata rispetto al lavoro svolto.

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